martedì 25 febbraio 2025

Franco Faccio

FACCIO, Francesco Antonio, detto Franco

Nacque a Verona l'8 marzo 1840 da Giovanni, albergatore, comproprietario dell'albergo Riva S. Lorenzo di Verona, e da Teresa Carezzato. Ferventi cattolici, i genitori desideravano avviare il figlio alla vita sacerdotale, ma le spiccate attitudini musicali di questo indussero la famiglia ad affidarlo all'organista della chiesa di S. Lorenzo con cui studiò teoria musicale e pianoforte. Dopo esser stato allievo di G. Costalunga, il 31 ott. 1855 entrò nel conservatorio di Milano, dove ebbe a maestro S. Ronchetti Monteviti e compagno di studi Arrigo Boito, al quale rimarrà legato da una salda e sincera amicizia.

A questi anni risale la composizione di due opere mai rappresentate, Il fornaretto del 1857 e Ines de Castro del 1859. L'8 sett. 1860, in collaborazione con A. Boito, presentò al saggio di composizione la cantata Il quattro giugno che riscosse successo per l'originalità della forma e la ricchezza della strumentazione; e i consensi si rinnovarono il 4 sett. 1861 per il mistero Le sorelle d'Italia con cui concluse il corso di studi. Conseguito il diploma nello stesso anno insieme col Boito, ottenne al pari di Boito un sussidio ministeriale di 2.000 lire: i due poterono così recarsi a Parigi per perfezionare gli studi e ampliare gli orizzonti culturali. Giunti nella capitale francese con varie lettere di raccomandazione per Verdi e per Rossini - che accolse il F. nella sua casa della chaussée d'Antin -entrarono in contatto con H. Berlioz, Ch. Gounod e furono introdotti negli ambienti artistici più vivaci e stimolanti della città.

Nello stesso anno il F. fece ritorno in Italia e si stabilì a Milano, dove entrò in contatto con Giulio Ricordi, che si impegnò a pubblicare i suoi primi lavori e che favorì il suo esordio al teatro alla Scala con l'opera I profughi fiamminghi, su libretto di Emilio Praga, andata in scena l'11 nov. 1863 sotto la direzione di A. Mazzuccato, avendo quale protagonista A. Cotogni.

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